2013_12_05 LaVerdi concerto con Schubert e Shostakovic

giovedì 5 dicembre 2013_12_05, ore 20.30

venerdì 6 dicembre 2013_12_06, ore 20
domenica 8 dicembre 2013_12_08, ore 16
Auditorium di Milano, largo Mahler

L'OTTAVA SINFONIA DI ŠOSTAKOVIČ
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Oleg Caetani, una delle più prestigiose bacchette sulla scena internazionale, legato da un lungo rapporto di collaborazione eamicizia  con laVerdi, che dirige fin 1999 e con la quale ha inciso il primo ciclo completo delle Sinfonie di Šostakovič, torna all’Auditorium di Milano alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi con un capolavoro dell'autore russo: la Sinfonia n. 8 in Do minore op. 65, che verrà messa a confronto con una pietra miliare dell'Ottocento romantico mitteleuropeo, ovvero la Sinfonia n. 6 in Do maggiore D. 589 "Piccola" del viennese Schubertcontinua
Programma
Si può dire che questo dodicesimo programma de laVerdi sia all’insegna delle svolte. Sono in molti a sostenere che sia l’Ottava la vera sinfonia di guerra di Dmitri Šostakovič. Non la Settima e ben più famosa, detta di Leningrado, composta nel 1941, all’inizio della Seconda guerra mondiale e che un’abile operazione propagandistica trasforma in monumento sinfonico alla resistenza del popolo russo all’invasione nazista. L’Ottava invece nasce in pieno conflitto, nel 1943. Ci sono già tutti i segni della prossima vittoria, però manca ogni trionfalismo. Anzi, è impostata come requiem per gli infiniti caduti in un’immensa tragedia. Sono cinque movimenti che appaiono senza luce e anche senza speranza, con squilli feroci e ostinati oscuri, collegati fra loro da poche note comuni e da un costante, cupo pessimismo. Più breve della Settima, assai meno estroversa, ma sempre di ampie dimensioni (circa 60 minuti), l’Ottava è davvero una svolta nel linguaggio di Šostakovič, preludio alle disperate meditazioni che troveremo in molte delle sue sette sinfonie successive.
Una svolta nel linguaggio sinfonico di Schubert si ha anche nella Sesta sinfonia (1818), detta La piccola non tanto per la sua dimensione artistica, quanto per distinguerla dall’estrema La grande (1826) che ha la medesima tonalità di Do maggiore. La Sesta, in realtà è più ampia e ambiziosa delle precedenti e ne condivide il taglio classico, alla maniera di Haydn, Mozart e del giovane Beethoven. Però sconta la necessità di trovare un linguaggio che vada oltre il Beethoven maturo di Quinta e Settima sinfonia. Infatti, dopo la Sesta, Schubert si ferma per quattro anni, prima di riprendere con l’Incompiuta e appunto La grande. Con le quali Schubert apre il linguaggio sinfonico del secondo Romanticismo. 

ENZO BEACCO


Giovedì 5 dicembre, nel Foyer del bar dell'Auditorium (ore 18.00ingresso libero), in occasione del concerto, ci sarà la presentazione del libro "Šostakovič. Continuità nella musica,responsabilità nella tirannide" di Piero Rattalino (Zecchini Editore). Intervengono con l'Autore: Gianni CervettiEnzo BeaccoFausto Malcovati.
Al termine e prima del concerto, approfittate del ricco buffet che il nostro bar mette a disposizione degli ospiti: 12€ buffet e bevanda.
E per i giovani under35, venerdì 6 dicembre c’è l’happy hour:concerto e buffet con bevanda a 12€! I biglietti, insieme al coupon, si possono acquistare  direttamente in biglietteria, ma se volete essere certi di trovare posto, potete prenotarePer info e prenotazioni:prenotazioni@laverdi.org

sabato 7 dicembre 2013_12_07, ore 21

Auditorium di Milano, largo Mahler
CONCERTO STRAORDINARIO
TORNA IL GRANDE JAZZ
“1938:Benny Goodman alla Carnegie Hall”con la Tomelleri Big Band Jazz
PROGRAMMA
Don’t be that way – Edgar Sampson
Sensation Rag – Edwin Edwards
I’m coming Virginia – Donald Heywood
Stompin’ at the Savoy – Edgar Sampson
One O’Clock Jump – Count Basie
King Porter Stomp – Jelly Roll Morton
Memories of you – Eubie Blake
And the angels sings – Ziggy Elman
Airmail special – Benny Goodman
Bei mir bist du schoen – traditional yiddish
Loch Lomond – Traditional
Bugle call rag – Jack Pettis
Sing Sing Sing – Louis Prima
Honeysuckle Rose – Fats Waller
Avalon – Al Jolson
Moonglow – Eill Hudson
Down south camp meeting – Benny Goodman
Let’s Dance – Benny Goodman

ORGANICO
Trombe Daniele Moretto, Stefano Bassalti, Roberto Villani, Marco Fior
Tromboni Rudy Migliardi, Andrea Andreoli, Claudio Barbieri, Pierluigi Salvi
Sassofoni Gianpaolo Casu, Paolo Kromberg, Alberto Buzzi, Enzo Lamendola, 
Gilberto Tarocco
Pianoforte Fabrizio Bernasconi
Chitarra Sergio Farina
Contrabbasso Marco Mistrangelo
Batteria Tony Bradascio
Voce Celeste Castelnuovo
Vibrafono Marco Bianchi
Clarinetto e Direttore Paolo Tomelleri

Il grande jazz all’Auditorium di Milano con la Big Band di Paolo Tomelleri, reduce dal grande successo dello scorso aprile, a fianco de laVerdi nella esecuzione della Swing Symphony di Marsalis.
Sul palco dell’Auditorium, l’orchestra di 20 elementi guidata da Tomelleri, musicista polistrumentista vicentino, da oltrequarant’anni sulla scena nazionale e internazionale, riproporrà 75 anni dopo il programma del mitico concerto di Benny Goodman alla Carnagie Hall di New York - era il 16 gennaio 1938 - che aprì al jazz il tempio newyorkese della musica classica.   continua
scheda
biglietto
Quel 16 gennaio 1938 alla Carnagie Hall... ll 16 gennaio del 1938 alla Carnegie Hall di New York suona l’orchestra di Benny Goodman. È una data storica perché proprio a quel celebre concerto si fa risalire lo scoppio della swing craze, la follia dello swing. Mentre le note dei musicisti attraversano l’aria, migliaia di giovani, aperte le porte di quello che fino a quel momento era stato considerato il tempio della musica classica, iniziano a ballare fra le poltrone, nei corridoi, nella hall del teatro e ovunque ci sia un po' di spazio. È nata la “swing era”, cioè l’era dello swing, una moda di massa che coinvolge prima gli Stati Uniti e poi il resto del mondo, destinata a durare fino alla fine della seconda guerra mondiale. 

Proprio in quegli anni viene sublimato il rapporto tra il jazz e la danza. Il concerto di Benny Goodman, però, non è solo questo. L’avvenimento non segna soltanto l’inizio della follia dello swing. Dopo quel concerto infatti il jazz, conquistatosi il diritto di entrare nella grande sala costruita dal magnate dell'industria siderurgica Andrew Carnegie, comincia a essere riconosciuto musica d'arte e lascia i club e i locali notturni per entrare nelle sale da concerto e diventare essenzialmente musica d'ascolto. Proprio nel momento in cui si incontrano, attraverso lo swing, la danza e il jazz, quest’ultimo fa un salto di qualità e scarta di lato, lasciando che il compito di far ballare negli anni successivi se lo assumano generi da lui derivati come il rhythm'n blues e poi il rock'n'roll.


BIGLIETTERIE
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Largo Gustav Mahler
da martedì a domenica dalle ore 14.30 alle ore 19.00
Lunedì chiuso.
tel. 02.83389.401/402/403 fax 02.83389.300
info@auditoriumdimilano.org
Spazio dedicato presso lo sportello MY LINK POINT CADORNA
Piazza Cadorna ,14
tel. 02/85114865
Lunedì/sabato 10.00/18.00 orario continuato
Domenica dalle 10.00/ 16.00 orario continuato

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