2013_10_06 Intorno a Brahms al Auditorium di Milano in largo Mahelr

Intorno a Brahms - Viaggio in un epoca non così lontana
con il violino di Fulvio Luciani
e il pianoforte di Massimiliano Motterle
Domenica 6 ottobre 2013_10_06
Il suo nome è Johannes Brahms
Schumann Sonata in re minore op.121
Schumann Uccello profeta, dalle Waldszenen op.82,
versione per violino e pianoforte di Leopold Auer
Schumann Tre Romanze op.94
Schumann Intermezzo
Brahms Scherzo per pianoforte e violino, dalla Sonata dedicata a Joseph Joachim
Fulvio Luciani, violino

Tra le molte sorprese della Stagione 2013/13 “del Ventennale”, laVardi propone anche una rassegna di quattro concerti di musica da camera, la domenica mattina, dal titolo Intorno a Brhams, che accompagnerà il pubblico verso Made in Italy, il tradizionale e fortunato ciclo dei matinée domenicali ideato e diretto dal Maestro Giuseppe Grazioli, in cartellone a partire dal 21 dicembre.
Protagonista di questa nuova iniziativa de laVerdi è il duo composto dal violinista Fulvio Luciani – apprezzato collaboratore de laVerdi insieme con il Quartetto Borciani nelle passate stagioni (vedi nota biografiche) – e dal pianista Massimiliano Motterle, che ci faranno vivere e rivivere le atmosfere musicali e non solo che permeano il personaggio di Johannes Brahms, mostro sacro dell’Ottocento culturale tedesco.
Primo appuntamento domenica 6 ottobre (ore 11.00), all’Auditorium di Milano di largo Mahler (vedi programma). Gli incontri saranno nella forma del “concerto narrato”: un concerto in cui l’esecuzione si intreccia a un racconto anche personale attorno alle musiche in programma.
Info e prenotazioni: Auditorium di Milano, tel. 02.83389401/2/3, www.lavedi.org, biglietti euro 14,00/7,00.
Lasciamo la parola a Fulvio Luciani per introdurci all’ascolto dei concerti del ciclo:

“Spesso, i grandi autori ci accontentiamo di amarli di un amore abitudinario, un po’ secondo norma. La passione vera, quella che fa mancare il fiato, la riserviamo alle scoperte che facciamo da soli, per quanto minime possano essere. Personalmente, quando ho cercato di mettere alla prova il mio amore ho sempre trovato che le ragioni che avevo erano poca cosa, e che ce n’erano altre di molto migliori.
Naturalmente, mi piace Brahms. Così, quando è venuto il momento, con Massimiliano  Motterle abbiamo deciso di correre l’avventura: non solo le tre canoniche - e bellissime - Sonate, ma anche tutto quel che ci sta intorno: Schumann, Mendelssohn, Joachim, e tutto quel che avremmo potuto trovare e legittimamente suonare col violino e il pianoforte.
Così, abbiamo imparato che anche le due grandi Sonate della maturità, le Sonate op. 120 per clarinetto e pianoforte - e per Brahms la maturità fu un’epifania, un dono inatteso che venne quando già aveva deciso di non scrivere più, dopo il Quintetto op. 115 -, Brahms le aveva riscritte per violino, e non tutti lo sanno; che i Walzer op. 39 li aveva adattati al violino l’editor di Casa Simrock, ed è ovvio pensare che Brahms abbia visto e approvato il suo lavoro e che molti all’epoca i Walzer li suonassero nelle loro case; che anche Mario Castelnuovo-Tedesco aveva fatto, molti anni più tardi in America, qualcosa di simile con un’opera tarda per pianoforte, i Tre Intermezzi op. 117, per Brahms “la ninna nanna dei miei dolori”.
Insieme ad altri furtarelli di grandi violinisti, Kreisler, Auer e Joachim, sia dalla musica più  giocosa di Brahms che da quella così letteraria di Schumann, ne è nato un ciclo, che è insieme un viaggio in un’epoca - in fondo non così lontana: prima della morte di Brahms, Meucci aveva inventato il telefono, i Lumière il cinema, ed era stata fondata la Coca-Cola Company - e in un ambiente, e nella loro viva persistenza negli anni successivi.
Se guardo indietro, forse è  Schumann - il punto di partenza di questa avventura, e in un certo senso l’antitesi della musica brahmsiana - l’autore cui mi sono sempre rivolto, fin da studente. Schumann aveva in testa un violino diverso da quello che hanno in mente i violinisti: non il solito bellone un po’ pieno di se stesso ma una specie di macchina della verità, in grado di svelare i nostri pensieri più nascosti. Col violino non è questione di abilità ma di pensiero: non riuscirai mai a suonare “come vuoi” perché quel “che sei”  e che pensi scapperà sempre, fuori dal tuo controllo. Se ti arrendi, può essere molto interessante. Se impari ad ascoltarti, può  essere che tu impari a conoscerti. Sennò, ti aspetta una vita grama, ma potrai sempre sperare di ingannare i tuoi ascoltatori con qualche bravata. Allora, Schumann semplicemente non lo suonerai. 
Come sarà con Brahms, lo capiremo. Ne riparliamo”.

PROGRAMMA DELLA RASSEGNA

Domenica 20 ottobre 2013_10_20
L'etica romantica: le Sonate
Brahms Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore op. 78
Brahms Sonata per pianoforte e violino in la maggiore op. 100
Brahms Sonata per pianoforte e violino in re minore op. 108


Domenica 10 novembre 2013_11_10
L’immagine riflessa: un altro strumento
Brahms Walzer op.39, versione per violino e pianoforte di Paul Klengel
Brahms Sonata in fa minore per pianoforte e clarinetto op.120.1,
versione originale per violino
Brahms 3 Intermezzi op.117, versione per violino e pianoforte
di Mario Castelnuovo-Tedesco (1947-1951)
Brahms Danze ungheresi n.6, n.9, n.14 e n.17, versioni per violino e pianoforte
di Joseph Joachim e Fritz Kreisler


Domenica 1 dicembre 2013_12_01
Il fiore di una giovinezza, l’ultima maturità
Mendelssohn Movimento di Sonata per violino e pianoforte, incompiuto
Bach Ciaccona, versione con pianoforte di Felix Mendelssohn Bartholdy
Schumann Sonata in la minore opera postuma
Brahms Sonata in mi bemolle maggiore per pianoforte e clarinetto op.120.2, versione originale per violino

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