2013_07_23 MAM Milano Arte Musica edizione 2013

a Milano, dal 16 luglio al 29 agosto 2013
Martedì 23 luglio 2013_07_23 ore 20.30
Basilica di Santa Maria della Passione
Via Conservatorio 16, Milano 
J. S. Bach: L’Arte della Fuga
Biglietti 23 luglio posto unico 10 euro
PROGRAMMA

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Die Kunst der Fuge (L’Arte della Fuga) BWV 1080


Benjamin Alard - Jean-Claude Zehnder 
Organo in cornu evangelii -- Organo in cornu epistolae
Contrapunctus 1- brano e organo -Contrapunctus 2
Contrapunctus 3- brano e organo -Contrapunctus 4
Canon all’Ottava- brano e organo -Canon alla Decima
Contrapunctus 5- brano e organo -Contrapunctus 6 (stile francese)Contrapunctus 7

Jean-Claude Zehnder - Benjamin Alard 
Organo in cornu evangelii  - Organo in cornu epistolae
Contrapunctus 8 (due organi)
Contrapunctus 9- brano e organo -Contrapunctus 10
Contrapunctus 11 (due organi)
Canon alla Duodecima- brano e organo -Canon per Augmentationem
Contrapunctus 12 (rectus / inversus) (due organi)
Contrapunctus 13 (rectus / inversus)(due organi)
Contrapunctus 14 (rectus / inversus)(due organi)


Il tema della quarta serata di Milano Arte Musica, martedì 23 luglio alle ore 20.30, sarà nuovamente un’esecuzione integrale. Gli organisti Jean-Claude Zehnder e Benjamin Alard eseguiranno integralmente l’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach agli organi gemelli (Mascioni 1985 e 2001) della Basilica di Santa Maria della Passione (via Conservatorio 16). 
“Die Kunst der Fuge è prima di tutto il manifesto dell’ars subtilior, della musica che assottigliandosi, riducendosi all’essenziale e all’indispensabile mirando al delicato e all’intimo, si fa silenzio, si organizza in una forma talmente pura che il suono pare inafferrabile, ineffabile, le sue strutture irripetibili, gratuite come un giuoco, il suo significato arcano ed occulto come una formula alchimistica”. Così Alberto Basso apre la sua trattazione dell’opus aureum nel capitolo di Frau Musika significativamente intitolato Tra ars e scientia. 
Scritta come già le Variazioni Canoniche BWV 769 e L’Offerta Musicale BWV 1079 per la Società Scientifica di Lorenz Christoph Mizler, della quale Bach era entrato a far parte nel 1747, L’Arte della Fuga rappresenta certamente il vertice speculativo di Bach e pone tutta una serie di interrogativi che ancora oggi stimolano studiosi, musicologi e filosofi. 
L’autografo e le due tirature dell’edizione a stampa (del 1751 e del 1752) ci presentano diversi criteri di distribuzione del materiale: la raccolta è formata da ventiquattro pezzi, l’ultimo dei quali, il corale Wenn wir in höchsten Nöten sein, non ha alcuna relazione con i precedenti ed inoltre l’ultimo contrappunto a tre soggetti è incompleto. A questo si aggiunge tutta una serie di indizi che sembra provare l’incompletezza dell’intera opera. Nel tentativo di trovare il bandolo della matassa, i critici hanno proposto interpretazioni filosofiche e matematiche del materiale musicale, definendola, in linea con le tendenze della Società Scientifica, un’opera speculativa, pitagorica o addirittura esoterica. Non è questa la sede per entrare nel merito della questione: ma vale la pena sottolineare come i principi teologici, matematici e retorici fossero il normale bagaglio culturale dal quale il musicista barocco traeva spunti per il suo lavoro di compositore e di esecutore: numerose raccolte musicali precedenti l’Arte della Fuga (come ad esempio i Contrappunti di Buxtehude sopra il corale Mit Fried und Freud ich fahr da’in) si presentano come altrettanto ardite costruzioni speculative.
I brani dell’Arte della Fuga sono interamente scritti nella moderna tonalità di re minore, erede dell’antico modo dorico ed il soggetto sul quale si basa l’intera raccolta, nella sua apparente semplicità condensa tutti gli elementi portanti di tale modo: la successione delle prime quattro semibrevi Re – La – FA – Re è costituita dalle “corde” del modo dorico cui segue la nota Do#, sensibile di re minore e la chiusa finale. Nei 23 brani Bach utilizza tutti gli artifici dell’arte contrappuntistica: nel terzo e quarto contrappunto, ad esempio, il tema è all’inverso, nel quinto e nel sesto rectus ed inversus si combinano insieme, nel settimo il tema appare aumentato e diminuito nei suoi valori, nel dodicesimo e nel tredicesimo il tema in ritmo ternario si presenta di nuovo prima al rectus e poi all’inversus, mentre altri brani sono veri e propri canoni, all’ottava, alla decima, alla duodecima, per aumentazione e in moto contrario. Il brano incompiuto è una fuga sopra tre soggetti, il terzo dei quali rappresenta il nome del compositore B A C H (le lettere indicano nell’ordine le note si bemolle, la, do, si naturale): il brano si interrompe nel momento in cui i tre temi si trovano a essere sovrapposti.
Un’ulteriore questione riguarda la destinazione strumentale dell’opera: l’Arte della Fuga è redatta in partitura e non sul doppio pentagramma in uso per la tastiera: per taluni è indubbio,  quindi, che si tratti di una composizione da affidarsi ad un gruppo strumentale (ma un quartetto d’archi incontrerebbe già parecchi problemi, perché le voci non rispettano le normali estensioni del violino e della viola), per altri si tratta di “pura musica intellettuale”, che non ha cioè una precisa destinazione esecutiva. Ma la partitura non esclude affatto l’esecuzione alla tastiera: buona parte della musica tastieristica barocca come i Fiori Musicali di Frescobaldi o la Tabulatura Nova di Scheidt è scritta in partitura. Inoltre, un elemento frequente nelle composizioni strumentali barocche è la discrezionalità concessa all’interprete di adattare la partitura al proprio strumento.
L’esecuzione di questa sera offre una versione del capolavoro bachiano non facilmente ascoltabile: se le versioni organistiche già sono da preferirsi perché la natura contrappuntistica dei brani si trova a perfetto agio tra le sonorità del re degli strumenti, i due organi di Santa Maria della Passione consentono di eseguire l’opera nella versione più completa evidenziandone, attraverso il dialogo e l’alternanza tra i due strumenti, l’architettura e la natura simmetrica. E l’ascolto confermerà di trovarsi di fronte ad una musica che, pur nella sua complessa elaborazione teorica, non si offre ad una ricezione unicamente intellettuale, ma fedele alla tradizione barocca, mira a muovere le corde più intime degli affetti.

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