2013_02_09 Debuttano i Pagliacci diretti da Damiano Cerutti per la regia di Mario Migliara


Sabato 9 febbraio 2013_02_09 ore 21.00
Auditorium Comunale di Nova Milanese, Piazza Gio.I.A.
Ruggero Leoncavallo
I PAGLIACCI
Personaggi e interpreti

Nedda: Sara Rossi
Canio: Diego Cavazzin
Tonio: Valentino Salvini
Beppe: Luciano Grassi
Silvio: Daniele Di Tommaso
Coro Teatro dell'Opera di Milano diretto da Damiano Cerutti
DIRETTORE Damiano Cerutti
ORCHESTRA Orchestra Filarmonica di Milano
REGIA Mario Riccardo Migliara

PRODUZIONE
Teatro dell'Opera di Milano
SCENE
ideazione: Mario Riccardo Migliara; realizzazione: Arti di Scena
COSTUMI
Sara Schieppati

Tutte le date delle rappresentazioni:
09 febbraio 2013_02_09 Nova Milanese Auditorium Comunale
14 febbraio 2013_02_14 Seregno Teatro San Rocco
21 febbraio 2013_02_21 Busto Arsizio Teatro Sociale
23 febbraio 2013_02_23 Monza Teatro Manzoni
24 febbraio 2013_02_24 Varese Teatro di Varese



Pagliacci è un'opera lirica divisa in due atti di Ruggero Leoncavallo, su libretto del compositore, rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme a Milano, il 21 maggio 1892 con la direzione di Arturo Toscanini.
Essa si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, quando il compositore era bambino, e in seguito al quale il padre di Ruggero Leoncavallo, che era magistrato, istruì il processo che portò alla condanna dell'uxoricida.
Sicuramente, uno dei motivi del successo popolare dell'opera risiede anche nella prima registrazione discografica con Enrico Caruso quale protagonista; il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica, essendo stato il primo ad aver superato il milione di copie vendute.

La rappresentazione inizia a sipario calato, con Tonio che, in costume da Taddeo, si presenta come Prologo, fungendo da portavoce dell'autore ed enunciando i principi informatori e la poetica dell'opera. Il Prologo di Pagliacci costituisce un vero e proprio manifesto poetico programmatico della corrente verista all'interno della giovane scuola italiana (Si può, si può?).
La compagnia di Canio è giunta in un paesino meridionale, Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, per inscenare una commedia.
Canio non sospetta che la moglie Nedda lo tradisca con Silvio, un contadino del luogo. Tonio, che ama Nedda ma che è da lei respinto, avvisa Canio del tradimento. Questi scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio fugge senza che Canio lo veda in volto.
Canio vorrebbe scagliarsi contro Nedda, ma arriva uno degli attori a sollecitare l'inizio della commedia perché il pubblico aspetta. Canio non può fare altro, nonostante il suo turbamento, che truccarsi e prepararsi per la commedia (Recitar... Vesti la giubba).
Canio, nel ruolo di Pagliaccio, impersona appunto un marito tradito dalla sposa Colombina.
La realtà e la finzione finiscono col confondersi, e Canio, nascondendosi dietro il suo personaggio, riprende il discorso interrotto dalla necessità di dare inizio alla commedia e, sempre recitando, rinfaccia a Nedda la sua ingratitudine e trattandola duramente le dice che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia.
Di fronte al rifiuto di Nedda di dire il nome del suo amante, Canio uccide lei e Silvio accorso per soccorrerla.
Tonio e Beppe, inorriditi, non intervengono, ma gli spettatori, comprendendo troppo tardi che ciò che stanno vedendo non è più finzione, cercano invano di fermare Canio, che, a delitto compiuto, esclama beffardo: la commedia è finita!.

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