Da venerdì 1 a domenica 3 febbraio 2013_02_01
Domenica ore 16.00.
STAGIONE DI PROSA
MACBETH
Il testo di William Shakespeariano nella versione contemporanea e sanguinaria di Andrea De Rosa. In scena Giuseppe Battiston e Frédérique Lolite.
Nel cast Ivan Alovisio, Marco Vergani, Riccardo Lombardo, Stefano Scandaletti, Valentina Diana, G
ennaro Di Colandrea.
Macbeth è considerata la tragedia più cruenta scritta William Shakespeare. A dirigerla è Andrea De Rosa che sceglie una chiave psicologica, alla ricerca delle ragioni del male. Prima di lui, il fascino di questo personaggio, che rappresenta l’aspetto insondabile e misterioso della coscienza umana, ha colpito attori e registi in tutto l’arco del Novecento: tra gli altri ne hanno riscritto la vicenda Eugène Ionesco, Giovanni Testori, Orson Welles e Roman Polanski.
In questo allestimento, sotto una luce contemporanea, concentrato sul sangue, con la presenza sempre spaventosa dei bambini morti, Macbeth è segregato in un salottino moderno, anonimo, con una parete a vetri che inghiotte tutto, asserragliato dagli incubi della mente, insieme ad una Lady nevrotica e sgarbata. Un percorso inquietante nell’abisso inesplorato a cui danno corpo e voce un Macbeth fanciullesco e minaccioso interpretato da Giuseppe Battiston e la Lady arida e straniante di Frédérique Lolite.
Macbeth (1605 - 1606), tragedia in cinque atti, si colloca storicamente durante il regno di Giacomo I. La vicenda si riferisce all’ambizioso generale scozzese che agisce compiendo le azioni più efferate per accaparrarsi il trono, punito per il sangue versato con la morte della moglie impazzita e con la sua stessa morte. Personaggio emblematico che desidera la propria affermazione ad ogni costo e che, pur tra mille incertezze ed ansie, diviene vittima del proprio piano. La scrittura shakespeariana amplifica efficacemente questo gorgo nel quale precipitano i due coniugi: atmosfere tetre e sanguinarie, sete di potere, ambizione e ambiguità rivivono nelle vicende di Macbeth e di sua moglie (spietata all’inverosimile), personaggi dominati dal male e da pensieri bestiali, che agitano incessantemente le loro anime. Il Bardo intuì, quando scrisse questo dramma, uno degli aspetti più inquietanti della natura umana: quando essa si imbatte nel male, non sa quello che fa. A Thomas Middleton si deve probabilmente l’inserimento di alcune scene, tra cui quella delle streghe, tipiche figure della tradizione nordica, considerate la forza propulsiva dell’opera.
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