2012_04_17 Il sogno di Ipazia torna in scena al Teatro Libero di Milano

Da martedì 17 aprile 2012_04_17 al 22 aprile
Teatro LIbero - Milano Via Savona
Teatro Belli presenta
Il sogno di Ipazia
Regia di Carlo Emilio Lerici
con Francesca Bianco
voce fuori campo di Stefano Molinari
musiche di Francesco Verdinelli
Informazioni anche sul sito www.ipazia.biz
Il sogno di Ipazia torna a Teatro Libero. Uno spettacolo che lascia il segno e che riporta alla luce una testimonianza fondamentale per la società attuale, che fatica a credere in qualcosa.

PREZZI BIGLIETTI
Intero:              € 19,00
Ridotto Under 26: € 15,00
Ridotto Over 60 :  € 11,00
allievi con TP CARD: € 10,00
ORARIO SPETTACOLI
Lunedì – Sabato: ore 21.00
Domenica: ore 16.00

ORARIO BIGLIETTERIA
Lunedì – Venerdì: 15.00 – 19.00
Domenica: 14.30 – 16.15
Biglietteria serale nei giorni di spettacolo: 19.00 – 21.15 
 
PRENOTAZIONI: 
È possibile prenotare nelle seguenti modalità:
- via e-mail scrivendo a biglietteria@teatrolibero.it
- online collegandosi al sito www.teatrolibero.it
-chiamando allo 02-8323126 
È possibile acquistare online collegandosi ai siti: www.vivaticket.it
Il sogno di Ipazia torna per il pubblico di Teatro Libero, dopo essere stato applaudito a Milano, Roma e in molte altre città italiane.
"Immaginate un tempo quando il più importante matematico e astronomo vivente era una donna.
Immaginate che abbia vissuto in una città così turbolenta e problematica come sono oggi Beirut o Baghdad. Immaginate che questa donna abbia raggiunto la fama non solo nel suo campo specialistico, ma anche come filosofo e pensatore religioso, capace di attrarre un largo numero di seguaci.
Immaginatela come una vergine martire ma non per la sua Cristianità, ma da parte dei Cristiani perché non era una di loro.
E immaginate che il colpevole della sua morte sia stato accolto tra i santi più onorati e significativi della Cristianità.
Non avremmo dovuto sentirne parlare? La sua vita non avrebbe dovuto essere nota a tutti?
Avrebbe dovuto essere così, ma così non è stato".
Terza stagione di repliche (quasi 150 ormai in tutta Italia) per uno spettacolo che grazie all'incredibile successo è divenuto un piccolo "caso" nel panorama nazionale.
La figura di Ipazia, dopo essere stata cancellata dalla storia per 1600 anni, è tornata alla ribalta grazie anche al film di Amenabar "Agorà".
La sua vita e la sua tragica fine hanno fatto di lei un vero simbolo ed esempio per gli anni a venire.
Con la speranza che alla fine Ipazia ritrovi la sua giusta collocazione nella storia.
 
La storia
Se ragione e fede costituiscono i due binari paralleli lungo i quali si è mossa la storia dell'Occidente negli ultimi duemila anni, l'episodio più emblematico della contrapposizione fra queste due ideologie accadde nel marzo del 415, con l'assassinio di Ipazia (Alessandria d'Egitto circa 370 – 415 d.c.) detta "la musa" o "la filosofa". Lo spettacolo racconta l'ultimo giorno di Ipazia. Dal suo risveglio al mattino, seguito dall'uscita di casa per recarsi alla sua scuola, sino all'aggressione e alla morte.
La narrazione è intervallata dal ricordo di una delle imprese "disperate" tentate dalla protagonista: salvare la biblioteca di Alessandria.Impresa che abbiamo preso come simbolo della sua intera vita.  
A questo ricordo si alterna la voce progressivamente più violenta dell'autorità politica e religiosa. Partendo dal primo editto di Teodosio del 380 d.c. per arrivare ai veri e propri anatemi del vescovo Cirillo.Le uniche notizie su Ipazia ci vengono dalle lettere di Sinesio di Cirene: suo allievo prediletto. Il razionalismo di Ipazia, che non si sposò mai a un uomo perché diceva di essere già «sposata alla verità», costituiva un controaltare troppo evidente al fanatismo di Cirillo.
Uno dei due doveva soccombere e non poteva che essere Ipazia.
 

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