2011_02_12 Tosca al Lirico di Magenta

Sabato 12 marzo 2011_03_12
Teatro Lirico di Magenta
RITORNO DELL’OPERA
TOSCA
il cartellone 2011 del teatro Lirico propone “Tosca” di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
Fuori Abbonamento
Biglietti: Platea: Poltronissima 40 € Poltrona 35 € Galleria 30 €
La serata di preparazione all’ascolto di Tosca è mercoledì 9 marzo 2011_03_09 alle 21 in Casa Giacobbe, via 4 giugno 80, Magenta. Relatore: Francesco Rocco Rossi.

Tosca è la prima delle due opere proposte in stagione nell’ambito della collaborazione, attiva da alcuni anni, con il circuito Pocket Opera. La seconda, in programmazione il 2 di aprile, è Le nozze di Figaro”.
La produzione di Tosca è di AsLiCo. L’esecuzione musicale è affidata all’Orchestra “1813” diretta da Bruno Vicoli. L’adattamento musicale è di Enrico Minaglia e i cantanti sono di AsLiCo. Scene e costumi dello spettacolo, diretto da Federica Santambrogio, sono realizzati dall’Accademia di Belle Arti di Brera. Tosca è considerata l'opera più drammatica di Puccini, ricca com'è di colpi di scena e di trovate che tengono lo spettatore in costante tensione. Il discorso musicale si evolve in modo altrettanto rapido, caratterizzato da incisi tematici brevi e taglienti, spesso costruiti su armonie dissonanti. La vena melodica di Puccini ha modo di emergere nei duetti tra Tosca e Mario, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto ("Recondita armonia", "Vissi d'arte", "E lucevan le stelle"), che rallentano in direzione lirica la concitazione della vicenda. L'acme drammatico è costituito dal secondo atto, che vede come protagonista il sadico barone Scarpia.

TRAMA 
La vicenda di Tosca è nota: un dramma in cui amore e passione trascinano i personaggi verso un epilogo tragico. La prima rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900. Il libretto deriva da La Tosca di Victorien Sardou, il dramma rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi, il cui successo fu legato soprattutto all'interpretazione di Sarah Bernhardt nei panni della protagonista.
Note di Regia 
La regista Federica Santambrogio presenta così la propria messa in scena dell’opera pucciniana: “Tosca è una dramma di carne e passione. Passione d’amore, politica, erotica. Chi tiene le fila di questo livello così carnale è Scarpia. Nel finale del primo atto c’è la sua più autentica presentazione «Ah, di quegli occhi vittoriosi veder la fiamma illanguidir con spasimo d’amor, fra le mie braccia illanguidir d’amor. L’uno al capestro, l’altra fra le mie braccia.» Tutto mentre la chiesa si riempie del canto del Te Deum e Scarpia si lascia trasportare dalla forza e dalla potenza dell’inno religioso per un eccitamento che di spirituale non ha nulla. Tant’è che all’apice della forza e dell’eccitazione quasi grida «Tosca, mi fai dimenticare Iddio!» 
La nostra Tosca parte da qui. 
Nel primo atto abbiamo rappresentato una Chiesa ricca, ma punitiva e violenta, archetipicamente maschile. La processione del Te Deum è rappresentata da dei manichini sfarzosamente ricoperti con mantelli e mitrie, ma visibilmente nudi e finti, a rappresentare una potenza politica che di spirituale non ha più nulla. 
Le uniche presenze femminili in questa Chiesa-padrona sono la Madonna e la Maddalena. 
La prima rappresentazione del femminino, la dea madre accogliente e materna, e la seconda rappresentazione dell’amore carnale, ma comunque viva e generatrice di vita. 
La Madonna sarà infatti interpretata da un mimo, quindi da un persona in carne ed ossa, ma che in questo contesto viene ricoperta da un telo di plastica, come accade per le statue che devono essere restaurate, a mostrare che l’unico afflato vitale rischia di morire soffocato. 
La Maddalena verrà rappresentata partoriente per enfatizzare la presenza così forte dell’elemento carnale. 
E da questo immaginario che spiccano le personalità dei protagonisti e le loro non semplici relazioni. 
Ed è con questo torbido e cupo immaginario che si può affrontare il secondo atto. Visivamente freddo, luogo di tortura fisica, ma soprattutto psicologica. 
Il luogo del potere castrante della Chiesa è ancora una volta luogo di morte e terrore. 
E nel terzo atto si respira. E questo respiro è fondamentale, è il canto del pastorello, è l’alba di Roma, è il momento del dolce ricordo malinconico e poi della speranza. Ed è solo attraverso questo momento di abbandono che la tragedia di Tosca diventa implacabile e il suo suicidio ci appare tragico e liberatorio insieme”. Note della regista

1 commento:

  1. Siamo stati ieri sera a casa Giacobbe, per la preparazione all'ascolto della Tosca.Volevamo ringraziare gli organizzatori e soprattutto il relatore: Francesco Rocco Rossi per la sua capacità e competenza. Una serata interessante e la musica ci ha regalato anche emozioni.Grazie

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