2010_01_27 Uno spettacolo di canzoni, melodie yiddish e video per la Giornata della memoria

27 Gennaio 2010 ore 21 Gessate (MI), Sala Municipale
29 Gennaio 2010 ore 21 Pavia, Ex Chiesa di Santa Maria in Gualtieri (P.zza della Vittoria)
Barabàn Il violino di Auschwitz
Musiche e immagiinii per non diimentiicare
con

Baraban, gruppo folk

Vincenzo Caglioti: organetto diatonico, voce
Aurelio Citelli: voce solista, tastiere, bouzouky, basso elettrico
Giuliano Grasso: violino, voce
Diego Ronzio: clarinetto, percussioni, tastiere, voce
Paolo Ronzio: chitarra, bouzouky, voce
Maddalena Soler: voce solista, violino
Info
tel. 338.7189841 – 339.2658341
info@baraban.it www.baraban.it

Il concerto
Anche ad Auschwitz, a Terezìn, Mauthausen si suonava si cantava e si componeva musica. Di fronte alla sola prospettiva della morte i musicisti ebrei non rinunciavano alla loro passione, arrivando ad allestire orchestre, come ad Auschwitz, mettendosi a scrivere note nelle condizioni più disperate o a comporre ninna nanne da cantare ai bimbi ormai sulla porta della camera a gas, come la straordinaria Wiegala scritta da Ilse Weber morta, insieme al figlio Tommy, nell' ottobre '44 ad Auschwitz.
Nei lager nazisti la musica ebbe un ruolo di esaltazione dell'orrore e annientamento della dignità umana. Era continuamente suonata scandendo i ritmi dei prigionieri durante le marce verso i campi di lavoro, nelle adunate come durante le esecuzioni e per l'intrattenimento degli ufficiali.
Eppure, per i detenuti fare musica significava ritrovare la dignità violata e, forse, sopravvivere.
Ed è soprattutto grazie alla memoria dei sopravvissuti e dei testimoni che ci sono giunte molte di queste musiche, di queste storie.
Coerente con il proprio percorso musicale e di impegno civile, Barabàn ha allestito un nuovo spettacolo di musiche, canzoni e immagini dedicato alla shoà. Il concerto si snoda attraverso un'emozionante sequenza di canti (Asma Asmaton, Wiegala) composti da deportati nei campi di concentramento nazisti, musiche per i matrimoni e danze della tradizione yiddish, canzoni contro la guerra (da La guerra di Piero di De André ad Auschwitz di Guccini, fino a Pietà l'è morta di Revelli), e contro l'indifferenza e l'apatia (Yellow triangle). Le musiche sono accompagnata da drammatiche immagini dei lager nazisti, testimonianze di ex deportati e spezzoni di film.

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