2010_01_12 Al Teatro Lirico ovazione per la Locandiera di D'Elia

Teatro Lirico di Magenta
Martedì 12 gennaio 2010 ore 21
Compagnia Teatri Possibili
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
regia di Corrado d'Elia
 
Personaggi:
Corrado d'Elia - Il Cavaliere di Ripafratta
Gustavo la Volpe - Il Marchese di Forlipopoli
Edoardo Ribatto - Il Conte d'Albafiorita
Monica Faggiani- Mirandolina, locandiera
Bruno Viola - Ortensia, comica
Andrea Tibaldi - Dejanira, comica
Andrea Coppone - Fabrizio, cameriere di locanda
assistente alla regia Luca Ligato
scene di Corrado d'Elia - costumi di Stefania Di Martino
disegno luci di Alessandro Tinelli - fonica di Fabrizio Fini
 
"A più di 300 anni dalla nascita di Goldoni, Mirandolina rivive sulle scene del Teatro Libero.  Attraente e astuta, costantemente corteggiata dagli uomini che frequentano la sua locanda, non cede a nessuno e si diverte a conquistare il cuore di cavalieri e marchesi, che alla fine rifiuterà, scegliendo, a dispetto di tutti, il fidato cameriere."
"un allestimento colorato, comico, di grande energia e ritmo" = aggettivi che calzano alla perfezione!!

Insomma a volte a teatro si va anche se un po' prevenuti, ma importante è uscirne poi entusiasti e certo questo è l'effetto della trascinante versione de "La locandiera" di Carlo Goldoni che è andata in scena al Teatro Lirico martedì 12 gennaio 2010.
Le anticipazioni delle foto di scena davano l'idea della ambientazione, una stanza con pareti rosa, una finestra bianca disegnata sullo sfondo, le opportune quinte per entrate ed uscite di scena, due poltrone bianche e due rispettivi tavolini, una libreria a cubi con vari oggetti tra brocche e bicchieri di vari colori.
Quando scocca l'ora dell'inizio, la scena aperta sin dall'entrata del pubblico si oscura ed al ritmo di una coinvolgente canzone anni '80 scorrono i titoli di testa, ovvero le apparizioni dei vari personaggi, tra un oscuramento e l'altro.
Parte cosi questa avventura di circa un'ora e 40' nella quale ritroviamo la storia della bella locandiera che riesce a sciogliere il ghiaccio del misogino Cavaliere di Ripafratta che nella serata magentina è stato interpretato dallo stesso regista Corrado D'Elia.
Poche battute e riaffiorano alla memoria i versi che ben conosciamo, il meccanismo di questa nuova regia parte alla grande non ci si pone più il problema della ambientazione che diventa semplicemente una nuova pelle per questi personaggi che emergono come ce li aspettiamo inalterati dopo secoli dalla loro creazione con una fortissima vis comica e con il loro dialogare così perfettamente calibrato che non ti lascia nemmeno il tempo di accorgerti che il tempo sta scorrendo.
Tutti danno del proprio personaggio una mirabile interpretazione strappando l'applauso a scena aperta anche per chi, come la Contessa Dejanira (in travesti maschile come Ortensia), se li merita pur con l'esiguità delle sue battute.
La biondo platinata Monica Faggiani come Mirandolina conduce le fila del suo intrigo e fa cadere nella sua trappola il povero D'Elia, un D'Elia che si concede al divertisment confermando quando il recente Premio Pirandello sia sta ben meritato.
Sembra diventi di gomma sia con il viso che con il corpo, sciogliendo la durezza del nemico dichiarato delle donne, con smorfie e moine che lo riducono nell'arco di un sol giorno in balia della bella locandiera.
Un allestimento che non sovrasta per nulla questo meraviglioso costrutto teatrale, a oltre duecento anni dalla creazione, lasciandogli ed esaltando la sua perfetta funzionalità e godibilità, e che conferma la compagnia del Teatro Libero e il suo direttore Corrado D'Elia come una infallibile produttrice di centri perfetti ottenuti anche in questa occasione con un gran bel allestimento.
E dopo Magenta domani la Compagnia sarà Trento.
Per prenotazioni e informazioni:
Mercoledì 13 gennaio 2010
Teatro Cuminetti, via S. Croce, Trento. 
Teatri Possibili Trento c/o Teatro Portland

Via Papiria, 8 - 38100 Trento
Tel/fax 0461.924470
info@teatripossibilitrento.it 
 
Seguono le note di regia di Teatro Libero :
Il Settecento è stato un secolo di allegria, di trionfo dell'immaginazione, di invenzioni, di grande musica, dove la forma aveva grande significato.
Abbiamo tradotto questa "maniera", questa finzione, ambientando la commedia in un mondo fatto di plastica, simbolo moderno dell'artificio, coloratissimo e smaccatamente finto.
Mirandolina prende così una forma sinuosa, affascinante, colorata e ironica. Da una parte archetipo e modello indiscusso di femminilità, dall'altro pratica e calcolatrice donna d'affari. Seducente amministratrice delle vite di coloro che nella sua locanda vivono speranze e delusioni, sacrificherà il suo ideale di donna libera in nome della possibilità di scegliere lei stessa il suo destino.
Da tanto tempo il regista Corrado d'Elia desiderava lavorare su Goldoni.
Così, dopo tanta sperimentazione, dopo gli ultimi lavori in cui la parola veniva spesso frammentata, e le immagini e la musica suggestionavano in maniera determinante l'impianto spettacolare delle sue regie, ecco un ritorno in un certo modo ad un teatro di parola, di cui d'Elia è abilissimo costruttore (pensiamo agli applauditissimi esempi, che tuttora incantano le platee di tutta Italia, quali Cirano de Bergerac, Caligola e Novecento).
Una Locandiera finalmente comica, ricca di energia, d'emozione e di buon ritmo, di atmosfere e scambi vivaci, il prezioso e aspettato incontro tra un grande testo e un regista dal personalissimo e incisivo punto di vista.

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