2009 08 01 Milano Lirica in Castello: Nabucco


Castello Sforzesco di Milano
1,2 Agosto 2009 Cortile della Rocchetta ore 21
Teatro dell'Opera di Milano
presenta
G. Verdi
Nabucco
Nabucco Mauro Augustini
Ismaele Gaetano Motta
Abigaille Rossella Redoglia
Zaccaria Ilia Popov
Fenena Julie Mellor
Sacerdote di Belo Giampaolo Vessella
Abdallo Luciano Grassi
Anna Mila Pavlova

CORALE LIRICA AMBROSIANA
Diretta da Roberto Ardigò
Orchestra Filarmonica di Milano
Diretta da Roberto Gianola
IDEAZIONE SCENICA E REGIA
Mario Migliara
Con la partecipazione artisti
Alessandro Spadari ELMA MAEL
Maestro collaboratore Yuco Yamaguchi
Scenografia e Attrezzeria Arti di Scena
Trucco e acconciature Mara de Palma
Luci Maurilio Boni
Costumista Carmen Iacovetta
Organizzazione Cristina Santarcangelo
Note di Regia
Nabucco si impone all'ascolto con una imperiosità musicale che subito associa l'immagine di una trascendenza del tempo. La trama mostra senza pieta una storia d'amore conflittuale, allo stesso modo due popoli che si fronteggiano in una tensione senza risoluzione. Immagini scolpite nel grigiore della roccia e un palco che diventa arena: Il coro giudice e martire e oppressore, i singoli protagonisti si affrontano in una dialettica costante tra amore e odio. Il tutto mai veramente concluso e mai veramente definitivo come se un dio misterioso , lo stesso che induce alla pazzia Nabucco, chiedesse emozioni e sentimenti al di la del tempo.
La storia si rilegge ma non cambia: un popolo gli Ebrei che esprime il bisogno di libertà e un popolo di soldati che impongono il loro dominio. Un Dio gioca a dadi ma sa già quale è l'esito e ne parla attraverso i segni pittorici e le azioni degli uomini in questa zona franca dove tutto avviene e dove lo stesso Dio si mostra in pochi simboli .
L'opera monumentale per eccellenza è affrontata sotto l'egida di temi importanti: Nabucco diventa un dittatore gia conosciuto, e gli ebrei un popolo da sempre oppresso, in una terra senza tempo dove i simboli kaballistici di un ritorno eterno vengono resi da due pittori che, dal vivo, su gigantesche pergamene ripercorrono la storia con immagini simboliche. Una interazione tra arti che sviluppa una dimensione nuova e una singolare chiave di lettura. Il coro diventa vittima e giudice e un grandioso portone che si rivela come simbolo di un potere e uno spazio dove la vita pare regolata da atti determinati proprio dai simboli pittorici e da un dio che si esprime con segni determinanti.
Mario Riccardo Migliara Teatro dell'opera di Milano www.operamilano.it produzione@operamilano.it

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