2009 03 28 Marcello Scandelli dirige MILANO CLASSICA al Cagnoni di Vigevano


XVII Stagione concertistica 2009
 
Il Barocco di Leo, Vivaldi e Purcell al centro del secondo appuntamento che vede protagonisti due tra i solisti di Milano Classica: Marcello Scandelli e Jonathan Pia. In programma anche un lavoro, Neumaticon tre di Angelo Scandelli, in prima esecuzione a Milano. Appuntamento, come sempre alla Palazzina Liberty, domenica 29 marzo alle ore 10.30 e lunedì 30 marzo alle ore 20.45 con l'anticipo a Vigevano al Teatro Cagnoni di sabato 28 marzo 2009.
 
Vigevano, Teatro Antonio Cagnoni
sabato 28 marzo ore 21.00

Milano, Palazzina Liberty
domenica 29 marzo ore 10.30 e lunedì 30 marzo ore 20.45
ORCHESTRA DA CAMERA  MILANO CLASSICA 
Tromba solista Jonathan Pia
Direttore e violoncello solista Marcello Scandelli
 
Programma:

Leonardo Leo (1694-1744)
Concerto in re minore per violoncello obbligato, archi e b.c.
Henry Purcell (1659-1695)
Suite per archi e b.c.
Angelo Scandelli (1931)
Neumaticon tre per tromba e archi
Prima esecuzione a Milano
Henry Purcell
Sonata per tromba, archi e b.c.
Antonio Vivaldi (1678-1741)
Concerto in la minore per violoncello, archi e cembalo F. III n. 4 – RV422

INFORMAZIONI
Costo biglietti di ingresso ai concerti organizzati alla Palazzina Liberty:
concerti della domenica mattina ore 10.30: intero euro 13.00; ridotto euro 9.00;
promozione concerti del lunedì sera ore 20.45: unico euro 9.00.
Milano Classica. Orchestra da camera
via R. Leoncavallo, 8 - 20131 Milano
tel. 02.28510173 fax 02.28510174
www.milanoclassica.it 
 
GLI INTERPRETI
Jonathan Pia http://www.concertodautunno.it/cur/piaj.html 
Marcello Scandelli  http://www.concertodautunno.it/cur/scandellim.html

NOTE AL PROGRAMMA
Contemporaneo di Pergolesi, più grande di quest'ultimo di sei anni, Leonardo Leo fu un altro rilevante prodotto della Napoli tardo-barocca. Organista e maestro presso la Cappella Reale, Leo fu prolifico compositore di tutti i generi musicali: di opere per il teatro (ne scrisse una settantina tra serie e comiche), di musica sacra e di musica strumentale. Il Concerto per violoncello obbligato e archi, proiettato verso il concerto solistico, manifesta la propensione al disegno melodico ricco e fantasioso del suo autore, il gusto per il rilievo ardito, per la ricercatezza armonica e l'intreccio delle voci, ma anche per un'espressività accesa e drammatica.
Pur essendo noto per la sua musica vocale e per il teatro, Henry Purcell iniziò la sua attività artistica come compositore di musica strumentale. La Suite per archi e la Sonata per tromba sono un esempio eloquente della qualità di scrittura di Purcell, tutta giocata su dosati intrecci di opulenza melodica e ricercatezza armonica e contrappuntistica. L'onda della musica italiana sarebbe arrivata in Inghilterra un po' più tardi, con la penetrazione delle sonate e dei concerti di Corelli, soprattutto grazie a Geminiani; ma in Purcell già si avvertono tracce di quei modelli, intrecciate ad un gusto per sottigliezze contrappuntistiche che ne raffreddano un po' lo slancio e la fresca incisività, ma conferiscono a quella musica una avvenente ricercatezza, insieme moderna e arcaica. In particolare, anche solo per l'assetto, la Sonata per tromba e archi manifesta una accezione del termine sonata ancora generico. La Sonata assomiglia difatti più a un brevissimo concerto per strumento solista e ripieno d'archi. Si tratta di tre rapidissimi movimenti, dei quali il centrale in tempo lento è per soli archi, ed è incorniciato da due movimenti in tempo veloce caratterizzati da un continuo gioco concertante tra strumento solista e compagine orchestrale. La scrittura della tromba è ricca e articolata, con una profusione di figure melodiche riprese dagli archi in risposta. La singolare brevità dei movimenti fa presumere si tratti di una composizione che avrebbe forse dovuto introdurre qualcos'altro. Si è ipotizzato difatti che la Sonata per tromba e archi fosse stata scritta come musica d'introduzione a un'ode oggi perduta messa in musica dallo stesso Purcell, dal titolo Light of the World.
Medesimo organico e analoga concisione presenta Neumaticon tre di Scandelli, scritto nel 1983. Si tratta di una composizione in quattro rapidi movimenti di poche battute in cui la sonorità della tromba in do si impasta o si contrappone agli archi in tessuti sonori di varia consistenza: dalla densità enigmatica del primo movimento, col suo incastro di ritmi e suoni su una linea diatonica di impronta gregoriana enunciata dalla tromba, al nudo disegno, frammentato e contratto, affidato alla tromba sola, all'inizio della seconda sezione; dai contrasti tra elementi diatonici e cromatici, ai ritmi regolari reiterati delle sezioni conclusive, il tutto racchiuso in una forma circolare, determinata dalla ripresa conclusiva del movimento iniziale.
La distanza che separa il Concerto per violoncello obbligato e archi di Leonardo Leo e quello di Vivaldi in la minore si misura sulla raggiunta trasparenza e compattezza formale dello schema vivaldiano. Il Concetto RV422 fa parte di un gruppo di otto concerti per violoncello che ci sono pervenuti in parti separate. Ciò che colpisce immediatamente è con quanta sapiente abilità Vivaldi sappia assicurare continuità alle articolazioni interne dei movimenti con una capacità combinatoria di elementi melodici e armonici pressoché inesauribile. Ciò non significa che non si creino contrasti tra le singole sezioni, ma tali contrasti sono costantemente riassorbiti nel flusso compatto della composizione, che risulta dunque come una sequenza di unità chiuse e autosufficienti come monadi, ma allo stesso tempo incatenate l'una all'altra con una forza coesiva sorprendente.
(Livio Aragona)

 

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