2015_02_28 Appuntamento a Sant'Eustorgio per lo Stabat Mater più famoso

Sabato 28 Febbraio 2015 ore 21.00
Basilica di Sant'Eustorgio - Milano
Giovanni Battista Pergolesi
Stabat Mater
per soprano, mezzosoprano, archi e basso continuo
Francesco Durante, concerto n.1 in la minore per archi
Soprano, Marinella Pennicchi
Mezzosoprano, Marzia Castellini
ORCHESTRA DA CAMERA CARLO COCCIA
Direttore MICHELE BRESCIA
Ingresso libero
per info stagione.segnidibellezza@gmail.com
www.orchestracarlococcia.it

G.B. PERGOLESI (1710-1736)
Lo Stabat Mater è ricavato dall'omonima elegia di Jacopone da Todi: un testo semplice, scarno, disadorno, tutto concentrato nella nuda espressione del sentimento cristiano, nella resa partecipata di un intenso dolore, quello della Vergine Maria davanti al figlio morto.
Duetto "Stabat Mater dolorosa"
Aria per soprano "Cuius animam gementem"
Duetto "O quam tristis et afflicta"
Aria per contralto "Quae moerebat et dolebat"
Duetto "Quis est homo, qui non fleret"
Aria per soprano "Vidit suum dulcem natum"
Aria per contralto "Eja, Mater, fons amoris"
Duetto "Fac, ut ardeat cor meum"
Duetto "Sancta Mater, istud agas"
Aria per contralto "Fac, ut portem Christi mortem"
Duetto "Inflammatus et accensus"
Duetto "Quando corpus morietur"
L'elegia ebbe nel corso dei secoli una fortuna costante e ad essa si dedicarono numerosi musicisti, da Josquin des Prez a Verdi, ma è forse solo con Pergolesi che la composizione raggiunse un clima di pathos raccolto, intenso e delicato al tempo stesso.

Giovanni Battista Pergolesi Stabat Mater, In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo. Testo di Jacopone da Todi
Giovanni Battista Pergolesi Stabat Mater, In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo. Testo di Jacopone da Todi
Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat filius. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater unigeniti! Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat nati poenas incliti! Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? Quis non posset contristari Christi Matrem contemplari dolentem cum filio? Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum; Vidit suum dulcem natum moriendo desolatum, dum emisit spiritum. Eia Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam! Fac, ut ardeat cor meum in amando Christum deum, ut sibi complaceam! Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas cordi meo valide! Tui nati vulnerati tam dignati pro me pati poenas mecum divide! Fac me vere tecum flere, crucifixo condolere, donec ego vixero! Iuxta crucem tecum stare te libenter sociare in planctu desidero. Virgo virginum praeclara, mihi iam non sis amara: fac me tecum plangere. Fac, ut portem Christi mortem, passionis fac consortem Et plagas recolere! Fac me plagis vulnerari, cruce fac inebriari ob amorem filii! Inflammatus et accensus per te, Virgo, sim defensus in die iudicii! Fac me cruce custodiri morte Christi praemuniri, confoveri gratia! Quando corpus morietur, fac, ut animae donetur Paradisi gloria! Amen.
Alla croce del Signore tutta immersa nel dolore, sta la madre in lacrime. Una spada acuminata, già da tempo profetata, le trafigge l'anima. Oh! l'angoscia e la distretta della donna benedetta madre dell'Altissimo. Quante lacrime e lamenti nell'assistere ai tormenti del suo divin Figlio! Chi potrà frenare il pianto nel vedere in tale schianto la beata Vergine? Chi la madre addolorata con il Figlio suo associata guarderà impassibile? Vede il Figlio tanto amato per le colpe flagellato del suo stesso popolo. Vede il dolce Figlio in croce mentre soffre pena atroce esalar lo spirito. Salve, fonte dell'amore fa ch'io provi il tuo dolore, fammi con te piangere. Il mio cuore sia fervente verso Cristo sofferente, Salvatore amabile. Siano impresse nel mio cuore le ferite del Signore sul duro patibolo. Delle pene che ha provato il tuo Figlio sì piagato fa ch'io sia partecipe. Possa anch'io con te soffrire e con Cristo compatire fino al giorno ultimo. Alla croce stare accanto ed unirmi a te nel pianto, madre mia, desidero. Salve, Vergine preclara; tua bontà non sia avara voglio con te piangere; Del Signor portar la morte, aver parte alla sua sorte, le sue piaghe accogliere; Delle piaghe esser segnato, della croce inebriato, del sangue purissimo. E nel giorno del giudizio ch'io non cada a precipizio nell'eterno carcere. Quando un dì dovrò morire possa, Cristo, a te venire, per tua madre amabile. E, se il corpo avrà la morte, giunga l'anima alle porte dell'eterna patria. Amen

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