2009_11_14 L'organo sinfonico

Le Voci della Città
ANTICHI ORGANI
Un Patrimonio di Milano
Nono Ciclo 1° luglio  - 12 dicembre 2009
Sabato 14 novembre 2009, ore 16
Il DUOMO e il suo organo sinfonico
Duomo di Milano
Il concerto per organo e orchestra in epoca romantica
J. Rheinberger (1839 -1901), concerto per organo e orchestra op.137
Orchestra da camera di Ravenna
Paolo Manetti, direttore
Emanuele Carlo Vianelli, organo
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili
INFO:
Le Voci della Città
info@levocidellacitta.org
tel 02. 3910 4149
www.levocidellacitta.org
 
Programma
J. G. Rheinberger (1839  - 1901)
Sonata "Tonus peregrinus"  in La minore  n. 4 op. 98
(Tempo moderato - Intermezzo - Fuga cromatica)
 
F. A. Guilmant (1837  - 1911)
Adoration  op. 44
 
P. Manetti (1964 )
La salita al Calvario per archi da Passio, Mors et Resurrectio
 

J. G. Rheinberger
Primo Concerto op. 137 per organo e orchestra
(Maestoso - Andante – Finale)

ORCHESTRA DA CAMERA DI RAVENNA
E' il gruppo orchestrale stabile della rassegna  Organo e Orchestra nel Romanticismo.
L' Orchestra da Camera di Ravenna, diretta da Paolo Manetti, ha tenuto concerti nell'ambito di festival e stagioni concertistiche di tradizione, quali Bologna Festival, Ravenna Musica, Emilia Romagna Festival, Modena Organ Festival, Inedita Festival, Festival Internazionale di Loreto. A Bologna ha tenuto concerti presso il Teatro Manzoni e presso l'Aula Magna di Santa Lucia dell'Università. Da sei anni è regolarmente ospite del concerto di Natale Memorial day, organizzato dall'Associazione Ravenna Eventi. Hanno collaborato con l'orchestra i solisti Enrico Dindo, Rocco Filippini, Zakhar Bron, Daniel Chorzempa, Claudio Brizi, Luisa Prandina, Raffaele Trevisani, Franco Maggio Ormezowski, Ramin Barhami, Marina Piccinini e gli attori Aroldo Tieri ed Edoardo Siravo. L'Orchestra da Camera di Ravenna, orientata a coltivare il repertorio otto-novecentesco, accompagna l'attività concertistica ad una di studio e di ricerca volta ad individuare programmi inediti o scarsamente eseguiti.  
 
Paolo Manetti, direttore d'orchestra
Ha studiato con Bruno Bettinelli diplomandosi in Composizione, Direzione d'orchestra, Musica corale e Direzione di coro.  Ha diretto l'Orchestre de Chambre de Genève, l'Aarhus Sinfoniker, l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce, l'Orchestra Accademia I Filarmonici, I Virtuosi Italiani,  l'Orchestra da camera di Mosca, l' Orchestre des Jeunes de la Mediterranée. Ha collaborato con i solisti Enrico Dindo, Daniel Chorzempa, Rocco Filippini, Luisa Prandina, Franco Maggio Ormezowski, Zakar Brohn, Ramin Barhami, Raffaele Trevisani, Marina Piccinini, Francesco Manara, Eugen Sarbu, Marisa Tanzini. Ha diretto al Bologna Festival, Bassano Opera Festival, Emilia Romagna Festival, Festival internazionale di Loreto e nella stagione Ravenna Musica. Ha ideato la rassegna Organo e Orchestra nel Romanticismo, giunta alla sesta edizione, che si tiene presso il Duomo di Ravenna. E' titolare della cattedra di Esercitazioni orchestrali presso il Conservatorio Statale di Musica "E. Duni" di Matera.
 
Emanuele Vianelli, organo
Milanese, ha iniziato gli studi musicali sotto la guida paterna, continuandoli in seguito con la prof. Romana Grego (pianoforte) e con il M° Enzo Corti (organo e composizione organistica), diplomandosi brillantemente presso la Civica Scuola di Musica di Milano ed il Conservatorio "L. Campiani" di Mantova, perfezionandosi in seguito - per l'organo e l'improvvisazione - sotto la guida del M.o Lionell Rogg, presso il Conservatorio Superiore di Ginevra. Ha parimenti seguito corsi di specializzazione con H. Vogel, L. Rogg, M. Radulescu e C. Stella, approfondendo particolarmente il repertorio bachiano con W. Krumbach e la letteratura romantica e contemporanea con A. Sacchetti. Vincitore ai concorsi organistici di Cagliari (1986) e Noale (1987 - 88) svolge un'intensa e poliedrica attività concertistica che lo vede impegnato sia come solista all'organo che come collaboratore (anche al pianoforte e al clavicembalo) e direttore di diversi ensembles vocali e strumentali in rassegne e festival nazionali e internazionali. Ha inciso per le etichette Carrara e Motette, operando nel contempo come compositore e saggista; è  direttore della "Corale Santa Cecilia" di Novate Milanese. Già docente presso la Civica Scuola di Musica di Milano ed il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra, attualmente è titolare delle cattedre di Organo e di Teoria e Lettura della Musica al Civico Liceo Musicale di Varese, oltre che maestro collaboratore  presso la Scuola dei Fanciulli Cantori e la Cappella Musicale del Duomo di Milano. Dal Gennaio 2005, quale successore del M° Luigi Benedetti, la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano lo ha nominato titolare ai grandi organi dell'insigne Cattedrale milanese.
 
Note al programma : Il «sinfonismo» organistico romantico
Nel 1833 Aristide Cavaillé-Coll (1811-1899), discendente da una famiglia di organari del Midi della Francia, si stabilì a Parigi con il padre, il quale gli affidò il completamento dell'organo di St. Denis. Portò a termine l'impresa paterna nel 1841, realizzando un gigante a 3 manuali e 69 registri, il primo di una serie di strumenti monumentali che avrebbe realizzato a Parigi, nelle chiese di St. Sulpice, Ste.Clotilde, Notre Dame e della Madeleine. Ma il successo di Cavaillé-Coll non si deve solo alle eccezionali proporzioni delle sue costruzioni. Circa 500 strumenti, in Francia, Belgio e Olanda, si devono a questo geniale e longevo costruttore d'organi, con cui ebbe inizio la storia del cosiddetto organo "sinfonico" e a cui rimane indissolubilmente legata la rinomata scuola organistica francese dell'Ottocento. Diversi i cambiamenti e le migliorie apportate da Cavaillé-Coll. A parte l'aggiunta di molti registri ad imitazione degli strumenti orchestrali, il più vistoso intervento costruttivo fu l'applicazione della leva pneumatica Barker, che comporta una trasmissione del suono più immediata e l'abbandono della trasmissione puramente meccanica. Queste innovazioni, che aderiscono alle esigenze e alle forme della sensibilità romantica, si traducono, in termini musicali, nella possibilità di realizzare sull'organo effetti di crescendo e diminuendo, sfumature dinamiche e timbriche, in luogo dell'effetto di dinamica "a terrazze" e di entità sonore a sé stanti del barocco. L'organo romantico arriva ad avvicinarsi, quanto a possibilità di realizzazione di una partitura, ad un'orchestra.
 
Cesar Franck (1822-1890)
capostipite della scuola organistica francese dell'Ottocento, titolare dell'organo di Ste Clotilde, ebbe a dire dell'organo Cavaillé-Coll: "Il mio nuovo organo? E' un'orchestra!"
 
Félix-Alexandre Guilmant (1837-1911)
Virtuoso, celebrato ai suoi tempi per le memorabili esecuzioni all'organo, cultore della musica del passato e fondatore, insieme a D'Indy, della Schola Cantorum parigina, beneficiò della simpatia e della stima di Cavaillé-Coll che gli affidò l'inaugurazione di diversi strumenti di sua costruzione, tra cui l'organo di St. Sulpice (nel 1863) e quello di Notre-Dame nel (1868). Come compositore, Guilmant affrontò tutti i generi della musica per organo, dal breve pezzo liturgico alla sonata e alla sinfonia per organo e orchestra. Sul suo stile, che rievoca quello di Liszt, l'organo Cavaillé-Coll impresse un segno indelebile, riconoscibile nelle vaste opere sinfoniche, come nel brano Adoration del 1897. Originariamente composto per organo solo e in seguito riorchestrato dallo stesso Guilmant, è un pezzo intimo e raccolto, che svela l'anima più espressiva e ricca di sfumature dell'insieme romantico d'organo e orchestra. 
 
Lo sfarzo timbrico e la solennità di una musica destinata alla cattedrale, si ritrovano nei due concerti per organo e orchestra del tedesco Joseph Gabriel Rheinberger (1839-1901), che sfruttano al massimo le possibilità dell'organo sinfonico. Talento prodigioso, a sette anni era già organista nella cattedrale della nativa Vaduz, nella Svizzera tedesca, Rheinberger sviluppò le doti naturali attraverso una solida formazione. Fu compositore colto e prolifico, autore di più di 200 composizioni, direttore d'orchestra e didatta infaticabile. Devoto a Bach e ad Haydn, Mozart e Beethoven - che rimasero i suoi riferimenti costanti - in lui si colma la distanza puramente teorica tra "classicismo viennese" e romanticismo tedesco. Rheinberger appartiene a quella schiera di autori romantici che rimasero fedeli ai modelli classici, senza rinunciare alle risorse espressive derivanti delle innovazioni linguistiche e dal perfezionamento degli strumenti ottocenteschi, come è evidente nelle 20 Sonate per organo solo, da lui composte nell'arco di trent'anni fino alla morte. Nel Primo concerto op. 137 del 1884, i due movimenti estremi sono in forma-sonata, mentre l'Andante centrale ha una struttura complessa in cui si effondono una molteplicità di idee melodiche, alcune delle quali riecheggiano lo stile di Guilmant. La scrittura dell'organo solista, che pure richiede all'interprete notevole impegno esecutivo, non stride mai con la pagina orchestrale e si integra perfettamente nel tessuto sinfonico realizzando l'attitudine dell'organo "sinfonico" a confrontarsi con l'orchestra del tempo e fa si che quest'opera romantica e appassionata risvegli nell'ascoltatore il gusto e l'atmosfera tipici di un'epoca.
 
La salita al Calvario è un brano per orchestra d'archi tratto da Passio, Mors et Resurrectio, composizione per soli, coro e orchestra. Scritta da Paolo Manetti (nato nel 1964) nell'arco degli ultimi quattro anni, ripercorre i momenti fondamentali della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, utilizzando il testo evangelico di S. Marco. Le strutture musicali che la compongono non presentano evidenti legami con la tradizione delle Passioni in musica. Anche il ricorso alla lingua latina, atipica per una composizione devozionale, nasce da un'idea soggettiva sul potere evocativo della narrazione in una lingua arcaica, caratterizzata peraltro da fonemi musicalmente efficaci nella realizzazione che si propone. Il brano strumentale estrapolato è, come risulta esplicito nel titolo, un momento centrale della narrazione. Mantenuto come nell'originale fino alla conclusione -che nell'opera completa culmina con l'entrata del coro e degli ottoni- nella versione autonoma viene concluso da una Coda che rielabora il motivo centrale. Tutto il brano è costruito su un breve inciso melodico, una semplice successione di altezze Re bem.- Do- Si bem., sottoposto ad un processo di elaborazione costante di tipo, che non ne impedisce il riconoscimento e la percezione della sua ripetizione ossessiva.

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